Volevamo solo vedere il mare by Fabio Bartolomei

autore:Fabio Bartolomei [Bartolomei, Fabio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2025-02-28T12:00:00+00:00

VERSO LA GLORIA

Lothar procede senza accendere i fari: spera che la luna rischiari il sentiero e gli permetta di individuare i segnali che ha lasciato lungo il percorso per indicare i punti in cui devono svoltare: nastrini di stoffa bianchi appesi ai rami. Ma ha trascurato due dettagli: i tordi e la loro passione per i nastrini quando stanno costruendo il nido.

«Non dovremmo già essere nel punto della prima deviazione?» chiede Lothar a Valentin che, affacciato al portellone del mitragliere insieme a Pilly, strizza gli occhi su ogni ramo che scorge passando.

«Ancora non ho visto niente. Vai dritto finché non te lo dico io.»

«Io però questo pezzo di strada non me lo ricordo.»

«Di notte sembra tutto diverso. Continua dritto.»

«Hai messo gli occhiali?»

Florian se ne sta seduto dietro di loro come un figlio trascinato in gita controvoglia. Braccia conserte, espressione apatica, sguardo sul portellone della torretta mentre immagina fughe rocambolesche. E invece non va da nessuna parte, sta lì muto anche se è sempre più evidente che quei due si sono persi.

«Mi sa che hai ragione, c’è qualcosa che non va» dice Valentin alla fine. «I nastrini non sono stati una buona idea.»

«La prossima volta metterò dei fumogeni. O grandi fari lampeggianti.»

Senza che i tre se ne rendano conto il blindato è uscito dal sentiero che corre lungo la costa e ora sta puntando verso l’entroterra, verso i campi da cui Herr Voss aveva voluto tenerli lontani. Lothar e Valentin continuano a cercare i nastrini, finché il carro non s’incaglia di colpo facendoli sobbalzare. Nonostante le manovre di Lothar non riescono più ad avanzare.

«Deve esserci qualcosa che ci blocca. Valentin, vedi niente?»

Florian si alza per aiutare i suoi compagni. Apre il portellone della torretta e si sporge.

«Ci sono dei massi davanti a noi. Ma non riesco a vedere se da qualche parte c’è un passaggio.»

All’interno del carro discutono sul da farsi: Florian suggerisce subito di tornare indietro e di riprovare un’altra volta studiando meglio il percorso; Lothar gli dice che non se ne parla: l’unica decisione da prendere è se uscire dal carro per esplorare i dintorni e ritrovare il benedetto sentiero o accendere i fari per vedere dove cavolo sono finiti; Valentin, come al solito, fa di sì con la testa a tutto ciò che viene detto.

«Se accendiamo i fari ci vedranno per chilometri, è troppo rischioso» dice Florian.

«Li accendiamo solo per un attimo. Giusto il tempo di capire dove siamo e filarcela.»

«Facciamo così, prima usciamo a esplorare i dintorni, poi in caso li accendiamo per mezzo secondo» prova a proporre Florian.

«Ci sto, vai pure a esplorare i dintorni» dice Lothar, col consenso di Valentin.

Visti i troppi battibecchi alla partenza, Florian decide di uscire senza polemizzare e comincia a ispezionare il terreno. Procede nell’oscurità rapido e sicuro, poi qualcosa inizia a rendere esitanti le sue mosse, come se una voce amorevole gli stesse sussurrando all’orecchio: “Dove vai con questo buio, è pericoloso”. È la voce delle nuotate sotto il sole, delle notti nell’amaca cullato dalla risacca, dei sorrisi di Georgette, della mano di Marie che da giorni si ripromette di stringere nella sua fingendo che sia un gioco.

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